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La guerra, gli attentati, le mine. Chi nasce in Afghanistan non può scegliersi altri compagni di viaggio e perciò deve imparare a conviverci. Così ha fatto anche Fawad e Raufi fino alla decisione - tormentata e sofferta - di lasciare la sua Kabul per cercare un futuro di pace in Europa. In questo libro autobiografico Fawad racconta la sua storia e quella della sua famiglia, drammaticamente simile a quella di tanti altri afghani. Ci parla del temporaneo esilio in Pakistan, in campi profughi che mai potranno diventare una vera casa, e di un ritorno in patria colmo di speranze ma anche di amarezze. Dell'orgoglio di appartenere alla storia di un popolo millenario e della disillusa scoperta di un sistema ingiusto e corrotto. Del rapporto di ammirazione e affetto con il padre e la madre ma anche del desiderio di cercare una strada diversa rispetto ai modelli della tradizione. Della feconda esperienza da insegnante ma anche del crescente smarrimento di fronte a una quotidianità disumana che sembra impossibile da scalfire. Un peso che alla fine lo spinge a mettere in gioco la sua vita per ritrovarla in un altro continente.